Fratture prossimali, diafisarie e distali dell’omero

Frattura omero

In Articoli Scientifici, Patologie della Spalla by Spalla.it

Frattura dell'omero

La frattura dell'omero è un’importante lesione caratterizzata dall’interruzione del tessuto osseo a carico di un osso lungo, appunto l’omero, che collega la spalla all’avanbraccio. Le fratture delle ossa lunghe, sono suddivise in tre tipi in base alla localizzazione: la parte superiore dell'osso del braccio è chiamata omero prossimale, si parla quindi di fratture prossimali; la parte terminale dell'osso è chiamato omero distale, da cui deriva la terminologia di fratture distali; in mezzo vi è la diafisi quindi le fratture vengono definite diafisarie.

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Le cause

Le fratture dell'omero possono verificarsi con molti meccanismi diversi ma sono più comunemente causate da traumi, che siano essi sportivi, accidentali o secondari a incidenti stradali. Inoltre, a volte si verifica una frattura dell'omero quando l'osso è indebolito dall’osteoporosi o da un tumore, da un’infezione o da altri problemi metabolici. Questa condizione è definita frattura patologica.

Frattura dell'omero prossimale

Le fratture dell'omero prossimale si verificano in prossimità dell’articolazione della spalla. Queste fratture possono coinvolgere l'inserimento dei principali tendini della cuffia dei rotatori e/o interessare la superficie articolare gleno-omerale.

Frattura diafisaria dell’omero

Sono le fratture dell'omero che si verificano tra le articolazioni della spalla e del gomito. Una gran parte di queste fratture può guarire senza un intervento chirurgico; l'iter terapeutico, conservativo o chirurgico, dipenda dalle caratteristiche della frattura stessa.

Il “planning” pre-operatorio di queste fratture deve essere scrupoloso in quanto strutture nobili come vasi arteriosi, venosi e nervi decorrono adiacenti all’omero in questa porzione del braccio.

Fratture distali dell'omero

Frattura distale dell'omero

Le fratture distali dell'omero sono lesioni meno frequenti. Queste si verificano vicino all'articolazione del gomito, spesso a causa di traumi contusivi-distorsivi ad alta energia e richiedono più spesso un trattamento chirurgico per il corretto ripristino delle superfici articolari.

Trattamento conservativo

La maggior parte delle fratture dell'omero è in grado di guarire senza un intervento chirurgico, mediante un tutore che immobilizzi l’articolazione per 3 /4 settimane. Con l’immobilizzazione la frattura andrà incontro a guarigione spontanea. E’ importante assicurarsi che l’asse dell’omero o le regioni articolari siano mantenute in posizione anatomica.

Trattamento chirurgico della frattura di spalla

La chirurgia dell’omero, come già sottolineato, può essere necessaria quando i frammenti ossei sono distanti dalla loro posizione naturale, in tal caso la frattura viene definita “scomposta”. Determinare se l'allineamento sia accettabile dipende da una serie di fattori. Le fratture vicino alle articolazioni della spalla e del gomito, in particolare le fratture che si estendono nell'articolazione, hanno maggiori probabilità di richiedere un intervento chirurgico poiché la non perfetta ricostruzione delle stesse potrebbe determinare un deficit di movimento con limitazione funzionale dell’articolazione fratturata e, nel tempo, all’insorgere di artrosi.

La tipologia di intervento che viene effettuata per la fissazione di una frattura omerale dipende dalla fisionomia e dalle caratteristiche della frattura stessa.
In relazione al grado di scomposizione, al numero di frammenti ossei e alla grandezza degli stessi si opterà per una fissazione con placca a stabilità angolare e viti (con la possibilità di avvalersi di innesti ossei per sostenere la frattura) come quelli mostrati nei seguenti video.

Nel caso non sia possibile la procedura di fissazione con placca a stabilità angolare e viti si procederà con la sostituzione protesica dell’articolazione.

L’intervento viene sempre eseguito “a cielo aperto”, ossia con una piccola incisione cutanea che permetta al chirurgo di procedere in sicurezza evitando vasi e nervi e che consenta di visualizzare tutti i frammenti della frattura così da poter “ricomporre il puzzle” in maniera quanto più precisa possibile (riduzione) e quindi bloccare i frammenti (sintesi).

Quando la scomposizione e la “comminuzione” (la grandezza dei frammenti ossei) non consentono di ottenere una riduzione della frattura, il chirurgo può optare per l’impianto di una protesi specifica dedicata alle fratture articolari notevolmente scomposte.

Quando la scomposizione e la “comminuzione” (la grandezza dei frammenti ossei) non consentono di ottenere una riduzione della frattura, il chirurgo può optare per l’impianto di una protesi specifica dedicata alle fratture articolari notevolmente scomposte.